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Visioni Italiane si propone di esplorare l’eterno e immancabile connubio tra amore e odio attraverso l’esperienza di cinque cortometraggi di produzione francese di notevole impatto. Si parla della vita umana, il duro e arduo compito di stare al mondo, di affrontare le astrusità giornaliere ed esistere in un sistema a noi spesso ostile e contrario. Ma si parla molto anche della morte, concezione oscura e misteriosa, l’estremo passo verso una dimensione sconosciuta e totalmente inesplorata.
Il viaggio si apre con E.T.E.R.N.I.T(2015) di Giovanni Aloi, storia di Alì, un operaio tunisino alle prese con la difficile condizione dell’essere un immigrato in una terra straniera. L’amore c’è, è sentito e sofferto. Amore verso la propria terra e verso quella famiglia che tempo prima è stato costretto ad abbandonare. Rappresentazione schietta e sincera di un capitolo delicato della nostra società. Tristezza e grigiore dipingono la drammatica quotidianità di migliaia di immigrati nordafricani residenti in Italia. Ma alla fine del suo viaggio Alì potrà finalmente riabbracciare le persone che ama.
La famiglia e l’amore, elementi dominanti del seguente Bal De Famille (2015) di Stella di Tocco. Storia di un dramma famigliare vissuto attraverso gli occhi della giovane Julie, la quale non si rassegna ai soprusi subiti dalla madre. L’odio viscerale, manifestato nei confronti di quel padre austero e maschilista, colpevole diretto dei dispiaceri della consorte, e l’amore forse represso e forse schiacciato dal peso dell’incomprensione e del silenzio. Julie osserva, Julie scruta attentamente e in un ultimo disperato gesto sfoga violentemente la sua frustrazione di figlia passiva e afflitta.
La morte arriva inaspettata nello splendido L’Etourdissement (2015) di Gérard Pautonnier.
Dopo la morte di un collega, Eddy è incaricato di comunicare la tragica notizia alla moglie del defunto. La morte si converte in un’esperienza buffa e divertente coadiuvata da un saggio uso di gag condite con uno humor tipicamente francese. Basta solo uno scambio di sguardi, l’osservazione di un piccolo grande dettaglio per comunicare la devastante perdita del proprio amore, la persona che fino a quel momento aveva dato un senso alla vita della neo vedova Coppi.
Morte e odio, amore e incomprensione vengono racchiusi nelle mura domestiche del quarto cortometraggio, Maman(s) (2015) di Maïmouna Doucouré. Storia di adulteri, sofferenze e, ancora una volta, di drammi famigliari. Viviamo attraverso gli occhi della piccola Aida il suo dolore nei confronti della poligamia del padre, non accettata e mal vista. L’odio si trasforma in desiderio di morte, l’uccisione del frutto del peccato, il suo piccolo fratellastro, creatura innocente che da poco è venuto al mondo, ha conosciuto la vita. La morte si trasforma in vergogna, umiliazione e rigetto. La piccola Aida dovrà imparare a convivere e a comprendere gli errori del genitore.
Per ultimo, un viaggio tra le strade della nostra Bologna percorrendo vita, morte e miracoli di una delle personalità più illustri e controverse del secolo scorso, Pier Paolo Pasolini. Realizzato da una giovane ragazza francese, A Quoi Sert La Lumière (2015) di Cécile Lapergue è un atto d’amore verso la città rossa, una manifestazione di ammirazione e adorazione nei confronti di un genio del pensiero e della settima arte. Pasolini vive, nei ricordi della gente, nelle fotografie sbiadite ritraenti il suo volto scavato e nelle sue bellissime opere, le quali rimarranno immortali e splendenti per l’eternità. Vivere nei cuori e nei ricordi di chi resta non significa morire.

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Alberto Nisi

Alberto Nisi

Bergamasco di nascita ma non di tradizioni, troppo incline al cambiamento e alla curiosità per le cose nuove. Studio lingue e ho scelto Bologna per il suo enorme potenziale, il suo fascino e le sue possibilità. Sono un assiduo lettore ma vivo per la musica e per il cinema, che sono le mie vere “malattie”. Sogno di scrivere, di suonare in pubblico o di entrare nell'entourage di un film, ma c'è ancora molta strada da fare.
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