L'UNIversiTÀ

Due Passanti e un Caffè

Sweet sweet marja….o no???

Sweet sweet marja” è il titolo di un film con Maria Grazia Cucinotta, Corrado Calda, Adolfo Margiotta, Pietro Sermonti che ha per protagonista indiscussa la marjuana. Protagonista indiscussa è stata anche qualche giorno fa del Consiglio dei Ministri, che ha dato il via libera per la depenalizzazione della cannabis ad uso terapeutico in Italia. La “marja” però non è poi così “sweet”, così dolce perché, se la Coldiretti afferma che, dopo tale provvedimento, si avranno ben 10 000 posti di lavoro e un guadagno di 1,4 miliardi di euro, molti non sono affatto favorevoli all’utilizzo della cannabis, alla sua legalizzazione non solo in campo medico. C’è chi sostiene tale posizione sfavorevole adducendo spiegazioni riguardanti la morale, perché legalizzarla vorrebbe dire aumentare ancor di più il suo consumo tra i giovani, la medicina, poiché alcuni sostengono che gli spinelli siano inutili a livello medico ed espongano a rischi venti volte più gravi dell’uso del tabacco, come la comparsa del tumore polmonare, inoltre, la sicurezza, perché molti ritengono che le organizzazioni criminali comunque riuscirebbero a lucrare su tale commercio, che sarebbe anzi più redditizio. Queste, le opinioni di Maurizio Gasparri, Franco Roberti – Procuratore Nazionale Antimafia – e Elisabetta Bertol, presidente tossicologi forensi italiani.
Altri, sostengono di essere favorevoli a tale legalizzazione perché prima di tutto lo Stato ci guadagnerebbe e non poco; in seconda battuta, andrebbe a contrastare la criminalità perché si toglierebbe guadagno al mercato degli stupefacenti, senza contare che ci sarebbero più controlli sulla distribuzione personale e pene più aspre per chi sfiora le quantità consentite. Inoltre, sarebbe un valido aiuto per coloro che soffrono di malattie terminali. Queste, le opinioni di Roberto Saviano e Umberto Veronesi.
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Cosa pensa la gente che vive a Bologna, riguardo a tale tema? Ne ho parlato con Diana, studentessa di Lingue e Letterature Straniere di Rieti, e Gianluca, studente di Lettere Moderne di Fermo.
1) Lei sa cos’è la cannabis? È a conoscenza della recente legalizzazione della cannabis in campo medico?
Diana: Certo, so cos’è la cannabis: una pianta e una droga leggera. Sono a conoscenza della recente legalizzazione, mi piace informarmi: leggo tutti i giorni “Il Corriere della Sera” e “Repubblica”!
Gianluca: Beh certo, lo so (ride)! Si, finalmente era ora: era arrivato a dirlo anche Fedez che bisognava legalizzarla… No scherzo: penso che sia una bel passo avanti.
2)É favorevole ad un suo utilizzo terapeutico?
Diana: sono favorevole ad un suo utilizzo terapeutico, ma tutto deve essere fatto nei limiti e con controlli ristretti. Sono favorevole perché penso che possa essere d’aiuto a chi soffre di emicrania, a chi ha un tumore e fa la chemio; insomma a chi soffre.
Gianluca: si, sono favorevolissimo a qualsiasi utilizzo della cannabis! Infatti non mi vergogno a dire che ne faccio uso, ogni tanto.

 3)Crede che la legalizzazione,non solo per utilizzo terapeutico,sarebbe un modo valido per contrastare il mercato illegale gestito dalle mafie, o no?
Diana: può darsi, però la questione che mi spinge ad essere contraria alla legalizzazione non solo ad uso terapeutico è il ritenere che la mafia possa approfittarne, perché la mafia è furba. Secondo me vi è più che altro un introito economico per lo Stato, che una reale ed effettiva lotta al monopolio della mafia.
Gianluca: si, credo che sarebbe un modo valido per contrastare il mercato illegale dalle mafie e, tra l’altro, si potrebbero anche formare posti di lavoro in più, magari creando delle associazioni riconosciute come ce ne sono in Olanda. L’Italia dovrebbe prendere come esempio l’Olanda, comunque, perché lì si che c’è un reale controllo sul commercio dell’erba.

4)La cosa che più preoccupa è l’abuso dei giovani che porta alla dipendenza. Perché, secondo lei, i giovani ne fanno così largo uso? Quali sono le ragioni sociali e psicologiche?
Diana: Secondo me i giovani ne fanno così largo uso, prima di tutto per moda. L’uso nasce come un’esigenza di emulare il proprio coetaneo e sperimentare l’uso di queste droghe leggere anche per curiosità nei confronti degli effetti che si hanno; per evadere dalla realtà. Per altri, invece, può essere esclusivamente un modo per crearsi una realtà parallela ad una piccola realtà…Penso ai ragazzi che vivono in piccoli paesi, in cui ci sono pochi stimoli. Il discorso cannabis riguarda comunque la qualità, perché una cannabis scadente brucia di più i neuroni.
Gianluca: personalmente, credo che lo facciano per stare meglio, per sentirsi più rilassati..Nel mio piccolo paese in provincia di Fermo, molti ne fanno uso perché si annoiano.
5)Secondo lei, con la legalizzazione, qui a Bologna si riuscirebbe ad evitare il problema dei venditori d’erba che pullulano in Piazza Verdi e che guadagnano illegalmente, oppure no?
Diana: sicuramente si, perché se diventa legale non ha senso andare da uno che la vende illegalmente….A meno che non inizia ad esserci molta concorrenza, e quindi chi ne fa uso preferisce comprarla illegalmente, anche se questo non ne assicura la qualità.
Gianluca: mah guarda non saprei, secondo me può darsi ma magari anche quelli che te la vendono legalmente,poi possono anche venderti delle schifezze…Insomma bisogna controllare: a ‘sto punto, meglio coltivarsela in casa. Comunque ciò che mi preoccupa di Bologna è il degrado dei ragazzi che fumano e poi magari bevono anche e fanno danni in giro…Se facessero anche dei coffee shop, sarebbe meglio!

6)Quali secondo lei potrebbero essere i pro che la politica italiana potrebbe trarre dalla legalizzazione? Quali, invece, i contro?
Diana: Sicuramente, i pro sono tutti comunque legati ai soldi, alle entrate economiche. I contro? Beh, se poi succedesse qualcosa di grave (esempio: morisse un ragazzo per gli effetti collaterali dell’uso terapeutico della cannabis), ci sarebbe la tendenza a colpevolizzare la politica….Anche se sostanzialmente penso che i politici si interessino poco della questione sociale, perché badano esclusivamente all’aspetto economico.
Gianluca: Pro, contro, non so…Sono affari loro, della politica! L’importante è che si raggiunga l’obiettivo cioè la libertà totale, la legalizzazione totale.

Due passanti e un caffè…sulla lettura

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Daniel Pennac, penna graffiante quanto sensibile, scriveva che il tempo per leggere, così come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. Tuttavia, sembra che gran parte della gente, forse perché troppo bombardata da notizie rapide e spesso frivole, forse perché il mercato editoriale, saturo di libri “commerciali”sta attraversando da tempo una penuria della qualità, forse perché troppo di corsa o troppo pigra, abbia perso il piacere di leggere un libro. Sono andata a prendere un caffé con Ylenia, studentessa di Scienze Politiche e Giampiero, commerciante di mezza età: due passanti incontrati per caso per chieder loro cosa ne pensano riguardo a questi temi.

1)Crede ancora nel valore paideutico della lettura? Qual è stato il libro che l’ha formata/o e perché?
Y. Si, credo molto nel valore paideutico della lettura. Infatti, il libro che mi ha più formata è stato sicuramente “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello, perché in quel libro emerge tutto ciò che siamo. Gli altri vedono qualcosa di te che non sarà mai la tua verità.
G. Si, ci credo, eccome se ci credo! Per quanto riguarda il libro, beh, uno non ne avrei: tutti mi hanno formato, soprattutto i libri d’arte.
2)Secondo lei, come si potrebbe invogliare i giovani ad accendere la mente, leggendo, e magari spegnere il cellulare o il pc?
Y. Non è necessario spegnere il cellulare per leggere, anzi ci sono tante applicazioni che invogliano i ragazzi a farlo. Credo che ciò che serva più di tutto, sia l’insegnamento in famiglia da parte dei genitori che devono monitorare l’interesse dei loro figli.
G. Secondo me non c’è un modo. C’è un ritorno all’analfabetizzazione in Italia, oramai non si sa nemmeno più parlare in italiano. Il linguaggio è abbreviato “Xké, cmq..” eccetera. Sono d’accordo con Ylenia, la famiglia deve educare il giovane al culto per la lettura, ancor prima della scuola, perché è prima di tutto nella famiglia che il giovane si forma.
3)Neruda diceva che, all’uscita delle fabbriche, doveva esserci la sua poesia scritta per terra: lei crede che la bellezza di un verso possa dare un senso alla meccanicità della vita? Che valore ha per lei la Poesia?
Y. La poesia potrebbe aiutare perché potrebbe essere una tregua per l’uomo: infatti, lavorando,spesso ci si aliena. Per me….Per me la Poesia è tanto! É al tempo stesso matematica, perché è strutturata in maniera perfetta, e democrazia, perché è così bella che riesce ad arrivare a tutti, anche alle persone più piccole.
G. Certo! Dostoevskji diceva:”L’arte salverò il mondo”! Per me, anche imparare versi distorti serve alla vita
4)Lei ritiene che qui a Bologna si faccia abbastanza per difendere il “diritto di leggere”? Vorrebbe una città ancora più attiva dal punto di vista culturale?
Y. Secondo me, Bologna è molto attiva! Solo, magari dovrebbe curare più l’aspetto della pubblicità.
G. Bologna fa molto poco! Secondo me, per mille motivi: politici, economici. O non si fa molto, oppure si fa tutto un po’ “istituzionalizzato”: non c’è molta libertà. I giovani che non fanno parte del sistema, che spesso è un sistema politico, sono estromessi perché non ci sono spazi. Chi fa parte del sistema, magari è affiliato a dei partiti, ha la possibilità di esprimersi; non si guarda al giovane che ha talento a prescindere dalla sua affiliazione ai partiti, no. Anche per gli artisti che studiano in Accademia non ci sono delle piattaforme di lancio che facciano sì che loro vengano notati. C’è insomma, una selezione.Poi certo, la selezione ci sarà nella vita, solo i più bravi vanno avanti, ma perché iniziare da subito.
5)É noto quanto i nostri cari politici siano spesso poco informati su quello che dicono, e soprattutto sembra che…Non abbiano mai letto un libro in vita loro. Vorrebbe dedicare un libro ad un politico in particolare, oppure potrebbe dirmi quale libro i politici dovrebbero leggere?
Y. Bella domanda (ride)! Io consiglierei a Renzi di leggere Max Weber, INTERAMENTE! Egli spiega la politica in relazione alla società e dice che a poco serve essere carismatici se poi non sai risolvere i problemi!
G. “L’idiota” di Fedor Dostoevskji. Credo non debba spiegare nemmeno il perché, il titolo dice tutto.

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