“Libertà vuol dire mettersi alla prova” – così Goffredo Fofi inaugura la cerimonia di apertura della 22ª edizione del concorso nazionale per corto e mediometraggi “Visioni Italiane” presso la Cineteca di Bologna. Mettersi alla prova, esattamente come hanno fatto i migliori registi che dal nulla hanno saputo inventare, creare, innovare, come dice Fofi “in una casa con quattro amici e avanzi di pellicola“. Il dialogo fra il Fofi e l’Arecco nella sua spontaneità e informalitá ha saputo cogliere un aspetto interessante del cinema di oggi non più espressione, in alcuni casi, dell’ispirazione geniale, ma prodotto di majors asservite al commercio. Il corto, pertanto, realizzabile con poche risorse economiche, lascia ampio spazio alla follia creativa dell’artista nella sua essenza più pura e libera a differenza di prodotti che, per quanto ben fatti, continuano a rappresentare l’espressione di una realtà commerciale. La presentazione “Il cinema breve. Dizionario storico del cortometraggio 1928-2015” a cura di Sergio Arecco e Paola Cristalli è stata l’occasione per un elogio del corto come forma primaria e pura di rappresentazione cinematografica. A riprova di ciò la proiezione di “Silhouette“, primo episodio di Terra di mezzo di Matteo Garrone vincitore del Premio Sacher nel 1996: é un corto dal crudo realismo che, a tratti ironico, descrive la tipica giornata di alcune prostitute nigeriane, una giornata vista non semplicemente dall’esterno come mera documentazione, ma dall’interno. Silhouette, un corto trasgressivo, così trasgressivo da aderire alla realtà e comunicarla perfettamente al pubblico con un misto di sorriso e amarezza.
Grazia Di Cesare
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