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Un viaggio lungo tante vite eppure concentrato e comunicato nelle proiezioni che oggi hanno visto protagonisti Giacomo Dondi con “Composto 01 Bunny” per la sezione “Fare cinema a Bologna e in Emilia Romagna“, Christian Cinetto con ” A tempo debito” e Chiara Natalino con “Joie de vivre” per la sezione Visioni DOC.
Visioni Italiane continua a dare emozioni forti in queste giornate, a comunicare realtà differenti e talvolta lontanissime dal nostro immaginario con l’incisività che a volte solo la semplicità riesce a raggiungere. A metà fra animazione e surrealismo si colloca il “Composto 01 Bunny”(2015), un corto molto semplice e breve, ma dietro il quale si cela un grande messaggio: l’uomo può osare e rischiare, ma non potrà mai controllare tutto, e in particolare non potrà mai farlo senza sacrificare e sacrificarsi.
Di tutt’altro respiro e’ l’opera di Cinetto, ” A tempo debito” (2015): un docu-film sulla realizzazione di un corto nella Casa Circondariale di Padova i cui protagonisti sono alcuni detenuti. Un’opera fantastica che attraverso le lezioni di recitazione tenute dall’autore, con l’aiuto di alcuni ospiti molto particolari, apre innumerevoli riflessioni sull’umanità, i sentimenti di coloro che, per i motivi più svariati, vivono la reclusione; alcuni sanno quando usciranno, altri non sono neppure a conoscenza della loro colpevolezza o innocenza: il processo è in corso, e forse solo dopo innumerevoli rinvii sapranno la loro sorte.
E’ un film sull’umanità, ambientato in carcere, ma non parla del carcere” dice l’autore, un viaggio toccante che attraversa quindici vite: molti protagonisti sono giovani, padri e mariti dalle vite difficili, costantemente sotto la spada di Damocle della povertà e della fame; altri sono stati condannati, ammettono le loro colpe e affrontano la pena con il dolore di chi sa di aver sbagliato, senza poter tornare indietro per ricostruire il passato su cui il pregiudizio sociale peserà sempre. Con molta diffidenza iniziale i detenuti si mettono in gioco, iniziano a relazionarsi fra di loro e con l’autore, si abbandonano alle emozioni e raccontano la loro vita.
Lezione dopo lezione l’entusiasmo cresce: superato l’imbarazzo queste persone si ritrovano a meditare come singoli e come gruppo sulla loro vita e su quello che sarà di loro, in maniera intensa e seria. Inoltre, accade che alcuni mutino i propri comportamenti: la vita molto spesso lancia delle sfide cruente.
Come si può cambiare essendo abbandonati a se stessi, nel buio di una cella affollata, ma nella quale si è costantemente soli? La necessità di applicare davvero una concezione rieducativa della pena si fa sempre più pressante, e sono proprio iniziative come questa a fornirne la prova inconfutabile della reale efficacia.
I ragazzi realizzano il corto con un impegno che nessuno si sarebbe mai aspettato: dalla stessa aula del carcere in cui si sono tenute tutte le lezioni guardano ciò che hanno realizzato, commossi e soddisfatti per essere stati almeno questa volta messi alla prova su qualcosa che possono fare grazie alla loro creatività.
Nel frattempo altri sono stati rimessi in libertà, e invece di riprendere a spacciare o a fare rapine per guadagnarsi da vivere sognano di diventare attori.
A conclusione della sessione un corto lineare e semplice che ha come protagonista un’insegnante precaria con la passione per il Burlesque: mettendo in mostra il proprio corpo e il ballo sensuale, Louiza accetta se stessa e il suo corpo, trasmettendo al pubblico un’incredibile “Joie de vivere“.

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Grazia Di Cesare

Grazia Di Cesare

Mi chiamo Grazia Di Cesare sono abruzzese, ho 23 anni e frequento il quinto anno della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna. Scrivere è una delle mie passioni più grandi sin da piccola, amo il giornalismo d'inchiesta e d'attualità. Mi piace leggere, viaggiare sono una curiosa per natura, amo la natura e mi piace l'avventura e scoprire sempre posti, cose e persone nuove.

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