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La prima volta che una casa editrice mi ha risposto (alle mie tonnellate di mail) proponendomi un contratto di pubblicazione, ho pensato immediatamente alla mia maestra di italiano.
Mi ricordo ancora quando alle elementari provava a leggere i miei compiti in classe.
“Dai Mattia non puoi scrivere delle cose del genere…hai una scrittura indecifrabile, sembri analfabeta” oppure “Hai dei seri problemi in italiano, meno male che hai la mamma insegnante, fatti dare qualche ripetizione”. Bene, ho 20 anni, faccio l’università e l’anno scorso ho scritto un libro. È nato quasi per scherzo, volevo “buttare” su carta alcuni fatti che mi sono successi nel corso di questi anni; un po’ come fosse un diario. Anche per questo ho deciso di non dare un nome al protagonista, ma di chiamarlo semplicemente X. Dopo aver fatto leggere ai miei amici alcune pagine dei racconti che avevo scritto, uno di loro mi disse: “Minchia zio, ma spacca sta roba, sembra l’incrocio tra Fight Club e Trainspotting!!” In effetti, nonostante avesse usato un linguaggio alla Club Dogo, non aveva tutti i torti: una storia che racconta le vicende di un antieroe (alla Irvine Welsh) nauseato dalla società dei mass media alla Studio Aperto, dell’apparenza alla Fabrizio Corona e del consumismo della famiglia del Mulino Bianco; che come unica “via di fuga” trova rifugio nella violenza. Come storia poteva funzionare! Così decisi di iniziare a scrivere seriamente arrivando ad un certo punto a delle paranoie alla “Misery non deve morire”. Finita la fase di stesura (non avendo una lira per pagare un editor decente) dovetti correggere tutte le bozze e devo ammettere che è veramente un lavoro ignobile; difatti se riuscivo a martellarmi i genitali rileggendo le cose che io stesso avevo scritto…non riesco immaginare la flemma di un’altra persona nello svolgere lo stesso lavoro. Finito questo martirio, iniziava la parte più complessa: inviare l’elaborato alla casa editrice. Non oso pensare come appaiano queste mail ai vari direttori editoriali: Salve, sono il signor nessuno, ho scritto un manoscritto, se avete del tempo mi farebbe piacere se gli deste un’occhiata. Per questo la maggior parte delle proposte vengono cestinate senza neanche essere lette. Il primo responso che ricevetti recitava più o meno così: “Il testo mi piace ma non è in linea con la nostra linea editoriale, contiene troppe parolacce”. Proprio così, coloro che avevano pubblicato 50 Sfumature di Grigio sostenevano che il mio manoscritto fosse troppo volgare. A dir la verità lo era, ma dovendo scrivere un libro dove i protagonisti sono miei coetanei, lo slang diventava indispensabile per una narrazione coerente. In seguito ricevetti oltre 30 proposte di pubblicazione, tutte a pagamento, della serie: “Sei bravo ma rimani sempre il Signor Nessuno, quindi devi pagare 2000/3000 euro come “contributo”, così se il tuo libro non vende, noi non finiamo con il culo per terra”. Più che case editrici sembravano delle copisterie. In sostanza, puoi essere bravo quanto vuoi ma: “servono i soldi per fare i soldi”. Dopo un’infinita serie di proposte assurde (ricevevo telefonate anche alle nove di sera per sapere se avevo valutato le loro offerte oppure no), finalmente mi contattò un’editore per un contratto di E-book (tutto a sue spese). Come dire, non avevo ricevuto tutta la scatola ma almeno un cioccolatino lo avevo preso. Quando vidi il primo resoconto vendite non ci potevo credere: 120 copie in un mese! Forse neanche Dan Brown aveva venduto così tanto! Non male calcolando che per la stesura del libro mi è bastato dare un’occhiata a qualche pagina del mio vecchio diario di quarta superiore. Per la versione cartacea, invece, decisi di sfruttare l’autopubblicazione: no editori cagacazzo, no commissioni e 50% sulle vendite (al posto del 5% di un normale editore). Adesso non pensiate sia semplice intraprendere la strada dello scrittore, devi lavorare duro e devi accettare dei veri e propri colpi di karate in faccia; però se siete così pazzi da crederci, allora prendete un pezzo di carta e cominciate a buttare giù i vostri pensieri se pensate di avere qualcosa da dire.
I sogni sono la linfa della nostra vita, non costano nulla, sono gratis e se qualcuno cerca di infrangerteli, te ne puoi fottere perché sono l’unica cosa che non potranno mai portarti via. Se volete veramente sapere cosa succede quando realizzi un sogno, sostenetemi, acquistate il mio libro e sarete felici di averlo fatto.

Mattia Fossati

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