Riconfermarsi è la cosa più difficile, tutte le volte che realizzi un qualcosa poi pensi, “ la volta dopo ? ”. Questo quesito gli organizzatori del Robot festival se lo saranno sicuramente posti. L’anno scorso sono entrati di diritto nel panorama dei festival internazionali con una 1442552696_12032064_1093213094029889_1902239121734553063_nedizione travolgente, visionaria, elegante; finita con mille persone alle 6 del mattino che provavano a toccare il cielo trascinate dal profeta dell’elettronica Sascha Ring (Apparat). Quest’anno è l’anno della riconferma e come diceva il buon Dave Barry che come da copione americano sintetizza la questione, “Non avere mai paura di tentare qualcosa di nuovo. Ricorda: dei dilettanti costruirono l’arca mentre il Titanic fu costruito da professionisti”.

I cambiamenti ci sono, meno elettronica, più apertura musicale per palazzo re Enzo. Quest’anno molto variopinto a tratti jazz (vedi i notevoli prefuse 73), a tratti etnico ( il sorprendente clap clap italiano, ma residente a Londra nel pieno del boom con l’uscita del suo album) o i tribali Nozinja, che dicano facciano balle anche i morti. Ovviamente il Robot non si dimentica della sua origine, dal Texas arriva Rabit, strano, possiamo dire, che si parta dalla musica industriale, drone, ma a va a tingersi

di hip hop, la spiegazione è semplice:  è pur sempre americano. Il Robot non si dimentica nemmeno della sua dedizione e ricerca nella arti visive: anche quest’anno  la sala degli atti sarà un mondo di scoperte, da Bora Bora all’epicità romantica e profonda di Morkebla.

Ovviamente Palazzo re Enzo è più adatto ad un pubblico di feticisti dell’elettronica, musica molto difficile che si presta a facili rifiuti come ogni canzone che cerca uno spazio specifico nel panorama musicale, quindi il boom molti (io no) se lo aspettano dalle due serate in zona fiera. Come ho già scritto, replicare l’anno scorso è molto difficile, alcune miei coetanei dicono sia impossibile. Può essere vero ma, scusate, guardate qua sabato sera, il Main stage sarà così: Holly Herndon – Siriusmodeselektor – Daphni b2b Floating Points – Tiga – Trentmoller. La sala Redbull invece così: Panoram – Dam Funk

– Nathan Fake – John Talabot – Clark – Martinez Brothers – Lory D.  Ci sono tutte le possibilità perché sabato sia memorabile e imprescindibile (la vera sera obbligatoria). Non ci resta che fare gli auguri agli organizzatori del Robot che anche quest’anno hanno creato i presupposti per un qualcosa di magnifico e che sono convinto non deluderanno le aspettative, vi salutiamo con una massima che in questo festival è il punto di partenza, “La logica vi porterà da A a B.

L’immaginazione vi porterà dappertutto”

Filippo Popoli.

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Alessandra Arini

Alessandra Arini

Vengo da Trapani, vivo a Bologna, ma vorrei stare a Roma. Studio giurisprudenza, sogno di trasferirmi alla facoltà di Lettere, ma il mio vero desiderio è essere una studentessa di Filosofia. Improvvisatrice professionale di articoli di tuttologia, ma anche appassionata stravagante di poesia e di altri dilemmi. Insomma, una contraddizione vivente che spera di dilettarvi con i suoi pensieri sul mondo e sul corso delle cose.

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