Assordante battito
rimbombo di un bussare
proveniente dall’interno
L’uomo è dentro le sue mura
dimora immacolata
senilità del non vissuto
Non un velo di polvere
nulla fuori posto
vuota perfezione dello spazio non condiviso
L’uomo consapevole soffre
teme la sordità
non ricorda la leggerezza di un sussurro ardente
Non ha il coraggio di aprire la porta
sbatte violentemente i pugni
affinché qualcuno là fuori senta.
Se un passante percepisse
e sfondasse il muro
mi salverebbe la vita,
sarei libero
Ma nessuno ascolta
gli atoni gridi di aiuto
di un uomo rinchiuso in una gabbia d’oro.
Nessun suono giunge all’esterno
assenza di espressione
anima alcuna in grado di udire
L’uomo disperato
mai aprì la porta
mai determinato, ci provò.
Dopo le grida strazianti
si siede sul divano attento a non sgualcirlo
poggia le mani composte sulle ginocchia
Moltissimi anni trascorse a contemplare
la via di fuga,
brama dell’attesa altrui
L’uomo non fu.
Sotto Sopra
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