image“Choc”, un’eloquente esclamazione. Per la prima volta lo stesso titolo occupa il taglio alto delle prime pagine di Figaro e Humanité. Al contrario, per l’ennesima volta i cronisti di droit e gauche prediligono l’ortografia francese a dispetto dell’originale anglofona, shock. D’altronde il rapporto tra i francesi e la loro lingua è da sempre un amore romantico basato sul rifiuto di qualsiasi altro corteggiatore. Ordinateur anziché computer, per dirne una.

La domanda sorge spontanea: porquoi?

 

Hugh Grant diventato all’improvviso protagonista di Coupe de foudre a Notting Hill, per dirne due. E Poutine, delegittimazione anagrafica di Putin, per dire basta. E certo non si sbagliava Goethe nel considerare che “I matematici sono come i francesi: se si parla con loro, traducono nella loro lingua, e diventa subito qualcosa di diverso”. Forse lo choc non è shock perché si tenta di circoscrivere la dimensione territoriale del fatto. Quasi si voglia che resti una notizia privata, intima. Un po’ come quando ci si vergogna così tanto di qualcosa che si preferisce tenerla nascosta. Ebbene sì, i risultati elettorali del primo turno sono roba di cui vergognarsi. L’ultradestra di Marine Le Pen raggiunge il 27,73% conquistando sei regioni su tredici. La domanda sorge spontanea: porquoi? Dietro al merito dell’avversario c’è sempre il demerito dell’altro. La strategia politica di Hollande ha giocato a favore del Front National. Una dichiarazione di guerra tanto giustificabile quanto precipitosa che ha avuto come prima conseguenza quella di avallare le ragioni degli estremisti. Come seconda, alimentare il terrore ed il senso di insicurezza tra i citoyens della Repubblica Francese. In una stagione anomala per la vendemmia, l’esigenza di difesa e di protezione sono fermentate nell’animo dei francesi e hanno prodotto lo champagne con cui stanno brindando Marine, Marion e tutti gli altri. Infatti, mea culpa a parte, un altro fattore che ha contribuito in maniera sostanziale è stato l’astuto comportamento speculativo della Le Pen. Cinica e abile nell’esasperare i sentimenti dei cittadini nel momento più fragile per loro e più solido per lei. Dopo gli attentati, non si è risparmiata nella sua condotta propagandistica, nonostante la situazione di massima allerta suggerisse rispetto e una collaborazione reciproca tra le forze politiche. Pochi minuti dopo la diffusione delle drammatiche scene di Parigi, la rappresentanza politica di estrema destra del dipartimento di Indre e Loire si accaparrava nel raccogliere voti e consensi. Mentre il segretario di partito Nicolas Bay tuonava su twitter: “Mentre Hollande e Valls combattono il Front National, assassini sanguinari preparano i loro attentati. Vergogna”. Post che vennero subito rimossi a seguito dell’indignazione della rete o anche per un senso di colpa latente. Così Marine Le Pen ha cambiato metodo con cui raccontare la fiaba. Ha gradualmente abbassato la voce al fine di assopire i suoi elettori. Li ha cullati professando alcuni dei pilastri del suo credo politico, giustizia e laicità che sfacciatamente affianca a pena di morte e discriminazione dello straniero. Ninna nanna che nella sua versione più drammatica rievoca la figura dell’uomo nero, “che ti tiene un anno intero” come recita la nostalgica filastrocca. Le elezioni regionali in Francia si svolgono ogni lustro. Pertanto se al ballottaggio del 13 dicembre les enfants della libertà, della fraternità e dell’uguaglianza non si sveglieranno, il rischio è che l’incubo duri molto più di un anno.

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Rocco Salvo
L’anno in cui veniva consegnato il Nobel per la pace a Nelson Mandela, l’anno in cui nelle sale cinematografiche Al Pacino recitava Carlito’s Way, l’anno in cui i Daft Punk diventavano i Daft Punk. Il 23 giugno di quell’anno l’ufficio anagrafe del Comune di Bologna lo condannò per sempre a combattere con l’ambiguità del suo nome. Nelle presentazioni, alla posta, in qualsiasi circostanza quotidiana è inevitabilmente costretto a specificare quale sia il nome e quale il cognome a tal punto che lui stesso si è dimenticato della verità. Per questo a chi glielo domanda, risponde puntualmente: “puoi darmi del tu”.
Rocco Salvo

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