Ci risiamo: la gasparrite ha colpito ancora. Il nostro paese presenta uno dei più alti tassi di incidenza di questa terribile malattia in grado di mettere in ginocchio il nostro sistema sanitario nazionale. I medici e i ricercatori di tutt’Italia si stanno interrogando su come combattere il diffondersi di questo morbo letale. Fino ad ora, nonostante gli sforzi eroici di tanti scienziati, i risultati sono stati al di sotto delle aspettative: la gasparrite continua nella sua incontenibile opera di distruzione.
Ma quali sono i sintomi di questa piaga sociale e qual è la sua origine?
Quanto ai primi, sulla base dei pochi dati di cui disponiamo, possiamo dire che la gasparrite comporta:
- Febbre alta e manie di grandezza
- Incontenibile desiderio di essere al centro dell’attenzione
- Elevato rilascio di luoghi comuni
- Piccoli ma numerosi segni di razzismo sparsi
- Tremolio da populismo
- Bolle di qualunquismo
Ancora non sappiamo se questi siano gli unici sintomi del morbo ma, nel caso doveste provarne uno o più tra questi, contattate immediatamente l’autorità sanitaria più vicina.
La gasparrite nasce dall’opera dell’eccellentissimo Maurizio Gasparri, senatore della Repubblica nonché Vicepresidente del Senato. L’egregio vanta un curriculum di tutto rispetto e un carisma d’altri tempi. Fascista da sempre, il nostro si è sempre distinto nell’attivismo politico e nella sua incredibile capacità di risultare inadeguato ma, allo stesso tempo, onnipresente. Maurizio è artefice di una roboante scalata che, dai fasti del mitico e cameratesco Movimento sociale italiano, lo ha portato a vestire i panni di Ministro delle comunicazioni oltre che di alfiere del regno berlusconiano. Tutti (?) ricorderanno sicuramente la mitica “legge Gasparri” (o forse ricorderanno l’imitazione di Gasparri fatta da Neri Marcorè. Sì: decisamente questa). Di sicuro la ricordano dalle parti di Mediaset e Fininvest.
Ma tutti i regni, prima o poi, finiscono e il nostro caro principe berlusconiano si è ritrovato senza Re e senza nemmeno reame. Eppure, il Maestro non ha voluto saperne di essere “rottamato”: affatto. Ha trovato un modo semplice ma spietatamente efficace per essere ancora presente in un’era politica in cui avrebbe poco a che fare. Ed ecco la gasparrite. Sparare esternazioni incredibilmente stupide e violente, volgarità cameratesche che farebbero rabbrividire il sergente maggiore Hartman di Full Metal Jacket. Ed in questo consiste tutta l’attività politica del senatore, nient’altro. Del resto, per quale altro motivo si dovrebbe ricordare il nome di un reperto archeologico di un’epoca ormai decaduta? Quale contributo dà il senatore Maurizio Gasparri al dibattito politico se non quello di riportare tutti, come una fantascientifica macchina del tempo, all’età della pietra (e qui potrebbe offendersi qualche nostro antenato)? Il nostro cyberbullo ha costruito un impero tutto suo, un mondo autosufficiente in cui tutto è fatto a sua immagine e somiglianza (e cioè: tutto è assai volgare). Fare una rapida carrellata dei suoi ormai epici e numerosissimi “tweet” è un gesto che ogni buon cittadino dovrebbe fare.
Eppure, sia chiaro: essere affetti da gasparrite non vuol dire essere stupidi e non rendersi conto della volgarità, della violenza e della forza delle proprie parole “controcorrente”: tutt’altro. L’affetto da gasparrite è una macchina rozza e bruta ma crudele ed efficiente. Ecco ad esempio un esemplare che ne è affetto (ed anche parecchio):
Qui possiamo notare il perfetto esemplare affetto da gasparrite: politico “moderato”, fiero difensore della morale cattolica, esordisce con una bomba rumorosissima. E l’effetto che ottiene è esattamente quello che desidera: qualcuno si ricorderà della sua esistenza perché, si sa, ha detto qualcosa che merita di essere letta (se non altro per poterla criticare). E così, la gasparrite, infida ed inesorabile, attacca silenziosa gli anticorpi della società e rende “notizia” il superfluo. O peggio: l’idiozia. E si basa proprio sulla consapevolezza che, più “la spari grossa”, più visibilità otterrai.
Riusciremo a guarire e a liberarci da questa piaga?
Ultimi post di Alessandro Milito (vedi tutti)
- Referendum: ma ne siamo davvero in grado? - 16 ottobre 2016
- Ma, finita l’Università, che fai? Resti o torni a casa? - 3 maggio 2016
- Primavere sfiorite? - 5 aprile 2016