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“IO MORTO PER DOVERE. La vera storia di Roberto Mancini il poliziotto che ha scoperto la Terra dei Fuochi” è il titolo del libro edito da Chiarelettere e scritto da Luca Ferrari e Nello Trocchia, che é stato presentato lo scorso 21 Marzo in occasione della “Giornata contro le mafie” presso la Coop Ambasciatori di Bologna. Erano presenti Libero Mancuso, avvocato ed ex magistrato, Stefania Pellegrini, Professoressa di Sociologia del diritto e Mafie e Antimafia presso la Scuola di Giurisprudenza di Bologna e Monika Dobrowolska Mancini. L’ennesima storia mai ridondante di eroi senza paura che, nonostante i soprusi e gli abbandoni da parte delle Istituzioni, nonostante la convergenza di interessi dello Stato con le associazioni mafiose e la riluttanza dello stesso al reale e concreto rispetto della legalità, si battono fino alla morte, una morte che sopraggiunge e lascia attoniti.
Non vi chiedo di piangere, vi chiedo di arrabbiarvi“- con queste parole la vedova di Roberto Mancini, Monika, alimenta il fuoco del suo crudo e diretto intervento nella serata di presentazione. Una donna schietta, per nulla rassegnata, determinata a portare avanti una lotta non solo contro i sistemi mafiosi che hanno reso possibile la creazione di un mostro ambientale come la Terra dei Fuochi, ma anche contro la passività sociale che ci rende schiavi convinti di essere liberi. “La terra dei fuochi è in tutta Italia“, prosegue Monika, ed è vero, non solo perchè poco alla volta emergono scenari simili anche in altri luoghi italiani, ma anche perchè la possibilità che ciò continui a verificarsi in altre zone è molto alta, vista la notevole concentrazione di traffici di rifiuti tossici, anche a livello internazionale.
Un vero monito alla società civile, quello di Monika, contro gli egoismi e l’inerzia generale; inoltre, le parole di Libero Mancuso e Stefania Pellegrini hanno contribuito a delineare profonde carenze soprattutto all’interno dell’ambiente giudiziario: “Troppe volte ho incontrato il termine prescrizione in questo libro”, afferma la Pellegrini, sostenendo che per la complessità di determinate indagini sia essenziale un allungamento sensibile dei termini di prescrizione. Mentre Mancuso ha ribadito a più riprese la necessità di velocizzare e snellire la macchina giudiziaria.
Il danno ambientale provocato nella Terra dei Fuochi è di enorme portata, le morti per tumori da amianto non si fermano, imperversano soprattutto fra i bambini. Si fa sempre più preponderante la necessità di assicurare da un lato i colpevoli alla giustizia in maniera effettiva e veloce, ma anche quella di risarcire il danno cagionato alle vittime della Terra dei Fuochi e di tutte le persone che continuano ad abitare quella terra.
La procedura penale e quella civile devono adeguarsi ad affrontare nuove tipologie di reato e di controversie non più gestibili con gli strumenti inefficienti del “garantismo a tutti i costi”: l’internazionalizzazione di alcune tipologie criminose, come quella del traffico di rifiuti, richiedono un’azione coordinata e unitaria da parte di tutti gli Stati Membri UE, per mezzo di scambi di informazioni a livello europeo e di progressivi ravvicinamenti dei sistemi processuali. Cosí il processo, quale strumento di tutela e giustizia per i cittadini, sarebbe decisamente più semplice a livello burocratico, meno formalizzato, ma non per questo meno garantista. Se la mafia è un sistema, perchè non può esserlo l’Antimafia?

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Grazia Di Cesare

Grazia Di Cesare

Mi chiamo Grazia Di Cesare sono abruzzese, ho 23 anni e frequento il quinto anno della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna. Scrivere è una delle mie passioni più grandi sin da piccola, amo il giornalismo d'inchiesta e d'attualità. Mi piace leggere, viaggiare sono una curiosa per natura, amo la natura e mi piace l'avventura e scoprire sempre posti, cose e persone nuove.

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